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IL MODELLO FRANCO-TEDESCO

Storia: Articles

STORIA

Progressivamente, a partire dal dopoguerra, si è creata un'intesa tra la Germania e la Francia, di cui il Trattato dell'Eliseo ha rappresentato una tappa simbolica [1]. Firmato il 22 gennaio 1963 dal generale Charles De Gaulle e dal cancelliere Komrad Adenauer, il Trattato dell'Eliseo ha segnato "lo sviluppo di un partenariato istituzionale all'interno della coppia franco-tedesca, considerata la forza trainante della costruzione europea", secondo Sylvia Calmes-Brunet, docente di diritto all'Università di Rouen. 

L'arrivo al potere del generale De Gaulle nel 1958 ha indubbiamente giocato un ruolo importante nello sviluppo delle relazioni tra i due Paesi. Intergovernativo e fervente difensore dell'indipendenza nazionale, De Gaulle non credeva nel progetto di creazione di istituzioni comunitarie che ha luogo in quegli stessi anni, esprimendosi pubblicamente contro la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) e la Comunità europea di difesa. Decide quindi di fondare con il cancelliere tedesco Adenauer un'unione politica di sei paesi, nota come "Piano Fouchet", dal nome del funzionario incaricato di redigerla. Questo piano mira a costruire l'Europa sul modello confederale, riducendo il ruolo dei vari comitati e subordinandoli ai governi. Sebbene le reazioni iniziali siano state piuttosto favorevoli, le modifiche che De Gaulle decide di apportare, ovvero la soppressione del riferimento all'Alleanza atlantica e l'attribuzione all'Unione di competenze economiche a priori riservate alle Comunità, condannano il progetto al fallimento. Così, il generale De Gaulle e il cancelliere Adenauer decidono di riprendere lo spirito e gran parte del contenuto del piano Fouchet, ma come in due. Si tratta del Trattato dell'Eliseo, un accordo che non solo suggella un riavvicinamento tra due grandi nemici storici, ma che, di fatto, segna una vera e propria svolta nel processo di costruzione europea. Negli anni Cinquanta, infatti, le relazioni franco-tedesche erano diventate una costante in ogni analisi della politica internazionale. In un'Europa indebolita dai sanguinosi conflitti di due guerre mondiali, la riconciliazione tra Francia e Germania era diventata la pietra angolare della pace, e qualsiasi raggruppamento dell'Europa sarebbe rimasto utopistico finché i rapporti tra i due Paesi non si fossero calmati. "Il primo passo nella resurrezione della famiglia europea deve essere un'associazione tra Francia e Germania! "[2], aveva dichiarato il primo ministro britannico Winston Churchill in un discorso tenuto a Zurigo nel settembre 1946.


[1] Sylvia Calmes-Brunet, "Le traité de l'Élysée et les différents domaines de la coopération franco-allemande", in Les Annales de droit, n°9, 2015, pp. 73-88.

[2] Paul Frank, "La coopération franco-allemande : une nécessité politique", in Politique étrangère, n°4, 1981, pp. 947-955.

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